mercoledì 2 giugno 2010
Borriello attacca Saviano e chiama Balotelli al Milan
ROMA, 2 giugno - Roberto Saviano? «Uno che ha lucrato sulla mia città. Non c'era bisogno che scrivesse un libro per sapere cos'è la camorra. Lui però ha detto solo cose brutte e si è dimenticato di tutto il resto». A parlare è Marco Borriello, centravanti del Milan di origini napoletane che alla camorra ha pagato un prezzo altissimo con la perdita del padre, ucciso quando lui aveva soltanto 11 anni. Borriello ne ha parlato al mensile "GQ" in edicola domani in un'intervista in cui parla anche del suo rapporto con le belle donne, da Belen Rodriguez in poi, e di Mario Balotelli, di cui auspica l'arrivo al Milan
Borriello ricorda la sua infanzia non facile: «Ho sempre avuto una famiglia alle spalle che mi ha sostenuto e non mi ha mai fatto mancare niente. Poi a un certo punto è capitato uno spiacevole episodio, ma l'affetto c'è sempre stato». Lo "spiacevole episodio", come lo chiama lui, è un padre ucciso dalla camorra. «Crescere senza una figura maschile di riferimento - ammette - è stato duro. Per fortuna, abbiamo avuto una mamma che ci ha fatto anche da papà. Comunque è un'esperienza che mi ha rafforzato e reso più responsabile. Altrimenti non sarei andato via da casa a 14 anni». Da casa e da un quartiere di sicuro non facile: «San Giovanni a Teduccio, a Napoli, il quartiere con il più alto tasso di famiglie malavitose in Italia, pare. Non è la giungla, ma nemmeno Disneyland. Diciamo che ti tempra e ti insegna a stare sveglio fin da piccolo. Prendi un bambino di 8 anni di Napoli e uno venuto su altrove: la differenza si vede».
Spazio anche per il gossip e le frequentazioni tra calciatori e veline: «In questo ambiente è inevitabile. A Milano ci sono quattro o cinque locali, alla fine ci si incontra tutti lì. Ma per me le belle donne non sono uno status symbol». Mai conosciuto omosessuali nel calcio? «Mai. Su alcuni ho avuto dei sospetti, ma i nomi non li faccio. Non omosessuali puri, forse. Magari bisessuali».
Finale su un altro calciatore spesso al centro di polemiche: «Capisco i tifosi, ma capisco anche lui. Contro il Barcellona ha fatto un brutto gesto, però è difficile stare sereni a 18 anni quando tutti i giornali parlano di te e hai lo spogliatoio contro. Al Milan lo accoglieremmo a braccia aperte. La nostra è una società forte. E troverebbe compagni disposti ad aiutarlo, mica gente che lo prende a calci nel sedere».
Fonte: corriere dello sport
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