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mercoledì 9 marzo 2011

ITALIA…FUORI UNO analisi sui problemi del calcio nostrano

Quando la crisi avanza è davvero difficile fermarla. In una nazione che va a rotoli, anche l’Italia del calcio, continua a perdere pezzi a livello europeo. Dopo le deludenti prestazioni ai gironi di Europa League (dove si è arresa anche la pluriscudettata d’Italia Juventus) e l’eliminazione immeritata del Napoli ai Sedicesimi, per mano del Villareal, esce dai campi europei anche la Roma prima italiana ad abbandonare la Champions League 2010-11. I giallorossi di Montella, capaci di sbagliare un rigore con Borriello e di rimanere in 10 per l’espulsione di Mexes, non resistono ai colpi e alla velocità dei brasiliani di Mircea Lucescu e cadono per mano dei temibili ucraini dello Shakthar con l’eloquente punteggio di 3-0. A dimostrazione che la samba si balla anche nella gelida Donetsk riscaldata dall’allegria e dal bel gioco dei giovanissimi brasiliani Willian e Luiz Adriano. Nel dopo partita ci pensa il tecnico rumeno ex Inter a spiegare i motivi dei problemi che affliggono il nostro calcio, e con tanto di raggiante sorriso sul volto per l’imminente approdo ai Quarti, ci accusa molto simpaticamente di essere “vecchi” e, nel caso specifico della Roma, di aver sottovalutato il suo Shakthar. Vedendo l’età media dei giocatori delle nostre più importanti squadre, come dargli torto. Ma è anche vero che i giovani hanno più possibilità di crescere e di acquistare maggior autostima nel campionato ucraino che in quello italiano, da sempre uno dei più difficili e importanti al mondo. Perché è chiaro che, mentre in Italia il campionato è sempre più equilibrato e combattuto, in Ucraina ci sono pochissime squadre in grado di competere a livello tecnico con lo stesso Shakthar, Dinamo Kiev e al promettente Metalist. Anche se d’altra parte non possiamo comunque fare a meno di notare, ed ammirare, lo splendido lavoro del Barcellona e dell’Arsenal che continuano a fare del proprio settore giovanile un grande tesoro. Due grandissime squadre celebri in ogni parte del mondo, che non giocano certo in chissà quale parte sperduta dell’Europa, ma in campionati altrettanto importanti come quello spagnolo ed inglese, con un’età media tra le più basse del continente che proprio nella serata di ieri si sono affrontate nel ritorno degli Ottavi. A spuntarla sono stati i campioni blaugrana, come da pronostico, e se da una parte possiamo vedere atleti che hanno fatto il salto in prima squadra proveniendo direttamente dal vivaio catalano come Xavi, Puyol, Sergio Busquets, Pedro, Victor Valdes, Bojan, Iniesta e il “marziano” Messi; dalla parte dei Gunners stessa sorte è toccata ai vari Wilshere, Djorou, Gibbs, Bentdner, Ramsey e nientepopodimenoche il capitano Cesc Fabregas (“scippato” all’età di 14 anni direttamente dalla cantera del Barça), che ora formano la principale ossatura di entrambe le compagini. Eppure da noi i settori giovanili funzionano, come lo dimostrano gli esempi di Balotelli e Santon per l’Inter o dei vari Totti, De Rossi e Aquilani per la Roma solo che i nostri o preferiscono andare altrove,una volta raggiunta una certa notorietà, o si perdono per strada non riuscendo mai ad esprimere le proprie potenzialità al 100%, o magari non sono ancora pronti per il grande salto e molte volte si perdono nei meandri delle serie inferiori, nonostante a livello giovanile abbiano dimostrato di avere talento. Sta di fatto, alla fine, che per sperare di veder ancora l’Italia rappresentata in Europa dobbiamo aggrapparci ancora alle due milanesi, Inter eMilan, che entrambe si contendono lo scudetto nella nostra Serie A e che entrambe devono giocare in trasferta partendo dallo svantaggio di 1-0 rimediato nelle sconfitte delle partite d’andata, patite rispettivamente contro Bayern e Tottenham.

Michele C.